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  1. Mosaico - 22:58

Non avevo molta voglia di realizzare “Mosaico” (22:58 senza interruzioni) perché ho sempre voluto fortemente che i miei brani venissero ascoltati nella loro interezza (…e senza avere la pretesa che possano piacere a tutti), perché la gran parte non seguono una logica tradizionale oltre ai mezzi tecnici non professionali utilizzati con quello che ne consegue sul suono finale. Ma il vasto materiale sin qui realizzato mi ha fatto valutare freddamente il senso di disagio di chi volesse accostarsi e conoscere, comunque, la mia musica realizzando questo mix di brevi momenti tra i miei preferiti…

  1. L’occasione - 5:47
  2. Aspettavamo la sera - 6:27
  3. Una notte d’Agosto - 9:55
  4. Il nemico invisibile - 5:00
  5. Ti farò del male - 7:43
  6. Il coraggio - 6:41
  7. Il bicchiere - 4:13
  8. Il tempo perduto - 8:18
  9. Bentornata batteria - 3:03

Questo è il quarto progetto. Potrei chiamarlo quello della svolta solo perché dopo i precedenti “acustici” questo impegnativo lavoro è stato realizzato appunto “elettricamente”. Ci sono voluti dieci faticosi mesi per portarlo a termine e come sempre in solitario. Con una durata di min. 57,12 contiene anche un libretto con foto ed informazioni.

  1. Non la farai... Franca - 4:55
  2. Zoira - 10:53
  3. Ritorno in campagna - 5:29
  4. Il tappo del lavandino - 20:23
  5. Sera - 10:41
  6. L'albero sbracciato e il ragno clandestino - 6:14
  7. Se il mare non vuole, la nave non parte - 13:42
  8. L'albero dei gelsi - 02:22
  1. Insonnia - 15:03
  2. Il faro di Trafalgar - 7:22
  3. Il sole nella sabbia (...con l'albero e il ragno) - 9:40
  4. Due lacrime - 6:37
  5. Mare eterno - 7:28
  6. Ritorno in campagna (vers. acustica) - 5:05
  7. Rory vive! - 4:19
  8. Medley - storie acustiche - 19:59

Il mio terzo e doppio progetto conclude una prima fase di composizioni “acustiche”. Come i due lavori precedenti è stato realizzato autonomamente con mezzi semplici e non professionali, senza effetti particolari, con un suono naturale e senza riverbero o delay alla voce: semplicemente perché non sapevo sfruttare le potenzialità della mia superata, ormai, workstation. Considerate queste ragioni posso ritenermi soddisfatto del risultato finale.

  1. L’ultima tempesta - 12:14
  2. Maria “la romena” - 04:33
  3. Oleandro - 12:40
  4. Il coraggio del telefono - 20:12
  5. Falsabionda - 03:38
  6. Giustizia privata - 07:48
  7. Il riccio e il gattino - 08:01
  8. Liquido stregato - 09:16

ll mio secondo progetto si chiama "...nell'ombra". Otto brani interamente cantati ma senza rinunciare al mio stile (lunghe introduzioni, svolgimento, indagine profonda di variazioni sul tema base, conclusione). Con una durata del CD di ca. 78 minuti la custodia contiene anche un libretto con i testi e informazioni.

  1. Stelle silenziose - 9:51
  2. Via Nicosia - 10:07
  3. Il pesce piccolo - 13:47
  4. Cumatti - 6:28
  5. Giordania - 6:07
  6. Stazione Xirbi - 4:38
  7. Nonna Elda - 4:16
  8. Sospetto - 10:53
  9. Villarmosa - 10:40
  10. Stelle silenziose (...studio variazione) - 1:59

Con il mio primo CD “Storie acustiche” ho cercato di realizzare qualcosa che uscisse dai normali schemi cercando di fare qualcosa “…del non già sentito” tranne forse un’eccezione, ma che comunque non fosse accademico e alla lunga noioso. L’unico rammarico è che la qualità audio non è eccezionale ma accettabile essendo un prodotto realizzato in maniera autonoma e con mezzi non professionali; chitarra, jack nella workstation, zero effetti e così come viene compresi i ronzii e i difetti. A qualcuno è invece proprio piaciuto questo suono perchè non professionale, naturale e un po' vintage.

Cielo turchese
Pietre assolate
conservano gelose
il loro mistero
Cercano di svelarlo
gli stranieri invasori
Ma solo il silenzio
coglie le voci
urla remote di tempi lontani
che permeano le rocce
dipinte dall'acqua
Arida luce del sud
dove comincia il deserto
fino a salire nel verde
e il degrado che combatte con la storia.
arida luce del sud
arida luce del sud...
La porta s’aprì
uscì nella strada
non vide la luce
comprò quattro fichi
girò due isolati
raggiunse la via
partiva la moto.
Voleva vedere
come andava a finire
la mano tremava
la luna guardava
la luce era persa
il mare era lì
sul molo nessuno.
Sei accanto a me
non so’ più chi sei
silenziosa, silenziosa...
E pensare che ci aveva creduto davvero
il rischio era previsto
…ma calcolato, tutto compreso
dopo due giorni passati a pensarci
la decisione migliore la fuga
tra gli alberi, il fango e nel buio
la corsa affannosa
prima che sia troppo tardi
perduto e perdente
illuso e sfinito
la strada più stretta
e in cima la fine
la fine di quello che scappa da ombre.
Nel mattino
rivedo quelle nuvole
quelle stesse
nella profondità
In quel cielo
immagino le forme
le forme dell’irrealtà.
Lo sguardo sull’azzurro
la calma, la serenità
gli affetti perduti
diventano realtà.
Voi che ci guardate
invisibili
Noi che vi sentiamo
impossibili…
Si sa che le donne hanno sempre quel problema lì
ogni mezz’ora devono fare la pipì
ieri viaggiavo con la Franca verso il mare - Splash Splash
quando dopo poco
con la scusa del caffè
ci siam fermati qui
“prendiamo due macchiati...scusi la toilette dov’è ?”
è rotta mi dispiace
ahi che colpo basso !
Non la farai Franca
Non la farai
Non la farai Franca
Non la farai
Nuovamente in macchina portami laggiù
mi sembra un altro bar
chiedi prima : non ho voglia di caffè
allora, meglio,
andiamo in autostrada andiamo in autogrill - Vroom Vroom
Bene tutto a posto
ma cosè quella robina lì
la metto in borsa
chi vuoi che se ne accorga
difatti pizzicata notte in gattabuia !!
E, adesso, chi ti tira fuori di lì ?
Non la farai Franca
Non la farai
Non la farai Franca
Non la farai
Prima che succedesse tutto questo
la pigrizia ci spinse a rinunciare
senza che nessuno potesse accorgersi
del pericolo che arrivava.
Dopo una lite furiosa
e senza aver visto ragione
era lecito pensare che le nuove esperienze
potevano creare quel disagio continuo
che ci ha portato fin qui.
Così mentre i peggiori resteranno
e i migliori ci accuseranno di essere ipocriti
le lezioni fin qui subìte sulla nostra pelle
non potranno che portarci
a quel concetto che coincide
con la fine del modo di concludere semplice e rassegnato.
Mi sono svegliato male
si è incastrato anche il tappo del lavandino
ho messo su il caffè
mi sono attardato un po’
ed è venuto su sporcando tutto:
proprio oggi che volevo iniziare bene la giornata.
Mi sono seduto sopra questo tappeto chiaro
pensando e riflettendo su quello che aveva detto Zappa Frank:
“L’informazione non è la conoscenza
la conoscenza non è la saggezza
la saggezza non è la verità
la verità non è la bellezza
e la bellezza non è l’amore
l’amore non è la musica
la musica è la miglior cosa”.
Cammino fuori sulla stradina
mentre la pioggia comincia piano
ritorno indietro e ci penso ancora
per decifrare cosa vuol dire
alternare pensieri di difficile logica
a frasi di incomprensibile collocazione.
E così quando dice “tengo ‘na minchia tanta” la confusione
sul chi e sul che cosa
sul perché e sul per come
sono in dubbio se è una provocazione
o far cercare un senso a qualcosa
che senso non ne ha;
meglio risolvere il tappo del lavandino
mettere su e vigilare ora sul caffè…
Ricordo di un pittore conosciuto
(talmente conosciuto che adesso non ricordo il nome)
che raggiunta la fama
faceva tele astratte complicate
si divertiva poi a leggere il critico di turno
che spiegava l’introspezione, l’esplorazione del proprio ego,
la ricerca intimistica dell’autore.
Ma quando mai ! (diceva il pittore):
mi metto a spennellare e basta.
Ecco perché inevitabilmente penso a quell’attrice che
finiva il suo monologo romanesco con
“…che avrà voluto dì “.
Ho sistemato il tappo del lavandino
e il caffè era buono.
Tutti parlano e nessuno ascolta
molti non sanno nulla e credono ad ogni cosa.
Parlavamo di questo
dicevamo è sbagliato
se facevi subito
non avresti sputato
lo avresti ringraziato
ma indietro non si torna
l’occasione per caso si presenta
adesso è tardi…
Domani ti presenti
col tuo vestito bello
con la cravatta nuova
le scarpe lucidate
lavato e profumato
insomma tutto a posto !
Peccato che non serve
hai perso il tuo momento
ti hanno detto ciao
ti hanno detto via
ti hanno detto via
Esausto
terribilmente solo
sotto questo cielo
carico di pioggia
che confonde le lacrime
di un uomo deluso
di un uomo deluso
Non ci cerchiamo più
non siamo più gli stessi
siamo quelli che
sono ormai diventati amici
Son passati quei giorni
che trovavamo il tempo per noi
e non ci importava niente
di quel televisore spento
perché pensavamo a noi
a quel modo semplice
semplice e felice
di stare insieme.
Non ci cerchiamo più
non siamo più gli stessi
e quella scatola luminosa
ora così troppo presente
Aspettavamo la sera
per raccontarci del giorno
quei colloqui delicati
nel letto…vicini
Non ci cerchiamo più
non siamo più gli stessi
anche se ancora insieme…
Le stelle uscirono
per incontrare la luna
non c’era, dov’era ?
la sera seguente
la luna uscì per incontrare le stelle
ma le stelle dormivano
le nuvole coprirono
quel cielo nero nero
provarono a cercarsi inutilmente
poi il vento furioso
le fece sparire
e di nuovo le stelle
cercarono la luna
la luna questa volta aspettava
sapeva della stella cadente
rimasero così a salutarla
rimasero così a salutarla
Prima di andare via
mi ricorderò di te
Dopo aver sopportato
e finta di niente
Mi ricorderò di te
mezza pazza che si crede una signora
Ho saputo aspettare
cercato di dimenticare
pazienza finita
e così…
cretina malata
nel posto sbagliato
Ti farò del male
ti ricorderai di me
ti farò del male
ti farò ricordare di me
Lascia che lo sguardo salga verso il cielo
e il cuore si solleverà a carezzare l’anima
Segui le nuvole che imitano il mare
e in piccole o grandi orme s’infrangono
tra i raggi del sole.
Porta abiti con tasche larghe
e piene di sogni,
che il vento possa gonfiarli
come azzurre vele dirette verso
lo stupore dell’avvenire.
Fa che dalle labbra spicchino in volo
farfalle colorate di coraggio.
il suo colore è oro, puro e virtuoso
perché tu creda profondamente
nel tuo valore.
Era un po’ che non beveva
non beveva roba forte
dopotutto non contava
col problema dei problemi.
Entrare è facile
uscirne è più difficile
ottimista pessimista
mezzo vuoto mezzo pieno
questo è il terzo sempre vuoto
cameriere ancora un altro
fu così che con la borsa
si riprese la sua parte
se ne uscì di tutta fretta
incurante di quel tipo
che aspettava in quell’incrocio
uno strappo e poi la fuga
quanto tempo da quel giorno
quanti anni di galera
ripensando alla sua parte
senza il becco di un quattrino
entrare è facile
uscirne è più difficile
ottimista pessimista
mezzo vuoto mezzo pieno
cameriere ancora un altro…